Ogni studente di musica deve familiarizzare anche se il suo scopo è solamente l’educazione all’ascolto con una categoria di composizioni, tra le quali gli STANDARS.
Infatti le melodie sono facilmente riconoscibili e memorizzabili, così come le strutture armoniche su cui i musicisti jazz improvvisano.
Bisogna aver cura nell’ascolto di scegliere le esecuzioni più “melodiche” possibili affiancando alle versioni strumentali le interpretazioni vocali di Ella Fitzgerald, Sarah Vaughan, Frank Sinatra o Nat King Cole; nello scegliere le versioni strumentali si dovrà prestare attenzione (almeno nella fase iniziale dell’ascolto) a una scelta in cui il solista non parafrasi il tema, ma lo riporti per quanto possibile fedele all’originale – sebbene si troveranno sempre delle ornamentazioni sulle note lunghe, o sulle battute di pausa, o ancora abbellimenti di vario tipo sulla melodia – e in cui l’improvvisazione sia eseguita con un linguaggio molto logico e il più possibile melodico in modo da poter riconoscere il tema originario durante gli assoli. Anche la sezione ritmica in questi casi gioca un ruolo fondamentale, perché per facilitare la comprensione deve risultare il più possibile regolare. In questo caso è meglio iniziare con le incisioni degli anni ’50.
Per quanto riguarda le armonie degli standard non esistono delle progressioni armoniche “universalmente” corrette: il jazz ovviamente esige certe sonorità e ogni “sigla” viene interpretata secondo voicings che suonano “jazzistici”, ma le armonizzazioni di ogni standard, al di là dei centri tonali fondamentali, variano da interpretazione a interpretazione.
Non esistono gli accordi giusti: chiunque abbia un minimo di conoscenza armonica lo sa.
Non per nulla Thelonious Monk afferma che “Wrong is right” (“quello che è sbagliato è giusto”) ed armonizza Tea For Two in maniera sconvolgente rispetto al tema originario, ma geniale per quanto riguarda il risultato espressivo. In verità la scelta armonica può essere paragonata alla scelta di una certa velocità e di un certo ritmo: dipende dalle intenzioni espressive dell’improvvisatore. Lo stesso tema di Monk, Round Midnight, si presenta con armonie diverse a seconda che l’ascoltiamo dall’autore oppure da qualche suo competente collega.
Per quanto riguarda Monk; il disco che ho riportato è l’ultimo disco a vedere la presenza del T.M. Quartet…
BUON ASCOLTO