E’ innegabile che nell’ ambiente musicale si trova una forte competizione con gli altri.
Però programmare il musicista solo sul primeggiare significa trascurare gli aspetti espressivi e creativi della musica.
Se lasciamo che dentro di noi nasca e affondi le sue radici quell’esigenza di prevalere sugl’ altri sempre e comunque, si andrà incontro inevitabilmente a delusioni e frustrazioni ( sindrome dello sportivo ). Questo concetto snaturato dello spirito competitivo si ripercuoterà nei rapporti con lo strumento. Bisognerebbe saper accettare serenamente i propri risultati, cercando di non prendersela troppo per un risultato negativo e al contempo non esaltarsi in maniera smisurata per uno positivo.
andare da un insegnante prima di una qualsiasi prova importante, non deve significare innervosirsi o farsi innervosire da lui. Questo farsi fustigare non ha alcun significato, il musicista non è un soldato non deve uccidere nessuno; ciò che interessa e che bisognerebbe ricercare è la giusta calma e concentrazione. Bisogna discernere una carica positiva e la semplice tensione nervosa e non deve essere demotivante per nessuno che in gioco entrino altri fattori quali , la fortuna, la resistenza allo stress, l’esperienza la conoscenza dell’ambiente.
Bisogna Sviluppare Consapevolezza…. E non è la cosa più semplice.
” La Consapevolezza cammina di pari passo con l’esercizio costante e la percezione del proprio corpo in situazioni di stress. L’esperienza di stress deve essere sempre vista come un’esperieza costruttiva.
Inoltre, credo che una sana competizione debba essere sempre vissuta come un gioco, il cui fine ultimo è il divertimento proprio ed altrui! “